La nostra Prima esperienza ad Hucho-Hucho

 

Incuriositi dalle voci sentite nel mondo della pesca mio fratello e io abbiamo iniziato una ricerca in rete su come e dove pescarlo e ci siamo imbattuti in un immenso deserto, purtroppo molte informazioni su questo pesce sono vaghe e ben nascoste, o meglio lo erano quando iniziammo ad interessarci a lui…

 

Ben presto abbiamo lasciato la ricerca insoddisfacente su pagine in lingua italiana e ci siamo rivolti piuttosto a quelle in lingua tedesca, e subito la ricerca si fece meno ardua, ben presto anche grazie all’aiuto del sito sloveno ribiskekarte.si ci siamo imbattuti nel sito huchenangler.de di un certo Velibor “Caki” Ivanovic.

 

Inizialmente scettici abbiamo comunque mandato a lui la nostra richiesta e ci ha prontamente risposto accogliendo le nostre domande con grande interesse e dopo lo scambio di alcune mail ci siamo infine buttati nell’avventura e abbiamo accordato con lui una prenotazione per il week end di apertura sul fiume Sava in Slovenia ( non sapendo che quel fiume sarebbe poi diventato per noi tanto caro).

 

Ci eravamo però scordati un importantissimo dettaglio in tutto questo, la nostra totale inesperienza e la mancanza di attrezzatura adatta fino a quel momento; anche qui internet non ci è assolutamente stato di gran aiuto, quel poco che si trova riguardo l’hucho è perlopiù riferito alla pesca a mosca, ergo torniamo a rompere le scatole a Caki, chiedendo dell’attrezzatura da usare secondo le sue indicazioni (pubblicheremo più avanti un post svelando proprio i segreti sull’attrezzatura più adatta per la pesca ad hucho) siamo corsi, a 15 gg dalla partenza alla ricerca disperata di 2 canne da pesca adatte e allo stesso tempo economiche per lo spinnning al mitico salmonide.

 

Come Tante volte ebay ci ha “salvato”, comprammo 2 canne da spinning al siluro, un po’ (tanto come scoprimmo poi) sovradimensionate ma essendo alle prime armi sia con lo spinning che con l’hucho eravamo convinti di aver fatto la giusta scelta, filo di fluoro da 0.50 su due muli del 4000 Daiwa che avevamo a casa e si era pronti a partire per la pesca ad hucho con ignoranza…( le esche avevamo concordato di riceverle  da Caki direttamente per fortuna)

30 ottobre, siamo prossimi a metterci in viaggio verso Bled in Slovenia, domani si parte, proprio li avremmo soggiornato i tre giorni ma un messaggio per nulla rassicurante di Caki arriva a ciel sereno…

Il messaggio conteneva l’indirizzo della pensioncina alcune indicazioni e finiva con “io arriverò in tarda serata, ci vediamo il 01.11 alle ore 9.00 per colazione e poi si parte…”

 

Il 31 ci mettiamo in viaggio un pochino insospettiti, al nostro arrivo troviamo la pensione, come descritto da Caki, la signora ci avvisa che sarebbe arrivato molto tardi e di non aspettarlo, quindi tutto come descritto già nelle mail, cosa che però questa volta ci rassicura… usciamo a cena e andiamo a letto, piano piano l’agitazione aumenta in vista delle 9 del mattino ma dormimmo sonni tranquilli entrambi.

 

Ore 9, attendiamo Caki (by the way non avevamo idea del suo aspetto) in sala colazioni, ecco che si apre la porta, entra un omone dall’aspetto  chiaramente balcanico, alto, pelato con un sorriso ingenuo e rassicurante, ci punta subito e si dirige verso di noi, deve essere lui, a svelarlo in parte è il completo Simms che porta, non può che essere un pescatore e infatti, così fu… dopo le presentazioni ci siamo fatti una chiacchierata accompagnata dalla colazione e siamo partiti alla volta del Sava, precisamente Radovljica.

 

Arrivati sul posto, e presi i biglietti all’ ufficio dell’associazione pescatori ci dirigiamo verso il fiume, scegliamo un posto comodo con un tavolino e una panca dove il fiume è bello largo e senza ostacoli, Caki ci chiede di montare la nostra attrezzatura e nel mentre prepara il nostro pacchetto esche.

 

Il pacchetto consisteva in un minnow fatto a mano, il suo mitico Bad Angler, uno “Schwammkopf” un amo da jig, con montato sopra un pesce di spugna che imita uno scazzone e uno “Huchenzopf”,  in sostanza un piombo a pallottola con montati degli straccetti in questo caso di gomma con nel mezzo un’ancoretta e un pesche di silicone piombato con nuoto molto particolare che imita delle lamprede (tranquilli nel post dell’ attrezzatura metteremo anche un trafiletto sulle esche e anche nella nostra sezione esche ne parleremo dato che ormai alcune le autocostruiamo).

 

Ed ecco che parte la sua spiegazione delle esche e di come usarle, assieme a tutto quello che bisogna osservare e sapere per andare a hucho, inizialmente fa innescare a me il minnow e mi indica un punto dove lanciare e fare recuperi lenti a pelo d’acqua,  a Sebastian fa innescare lo “Schwammkopf” e gli spiega come farlo saltellare sul fondale, in modo da sembrare il più naturale possibile e su come queste esche da fondo siano più efficaci durante le ore diurne nel quale l’hucho tende and essere attaccato al fondale e raramente in caccia attiva.

 

Poi è il mio turno e a me tocca “l’huchenzopf”, spiega anche a me la peculiarità degli hucho in generale e come e dove meglio insidiarli, passando poi alla spiegazione dell’esca, anche questa di fondo e quindi da far saltellare sul fondale con movimenti però più secchi rispetto ai saltelli quasi sinuosi che si fanno invece con lo “Schwammkopf”, e cosi passiamo le ore diurne a perfezionare l’utilizzo di queste due esche cambiando spot di tanto i tanto e invertendo le esche nella speranza di invogliare  qualche hucho ad abboccare, attendendo le ore “calde” serali dove solitamente il predatore va a caccia. Gli hucho non si fanno vedere ma in compenso riusciamo a insidiare qualche bella trota di taglia, giusto giusto per tenere alto il morale.

Per regolamento la pesca è consentita solo fino ad un certo orario serale ovvero 1 ora dopo l’ora ufficiale del tramonto, ciò vuol dire che si hanno circa 20-25 minuti di pesca al buio totale, condizione migliore in assoluto per l’hucho, il resto sull’imbrunire, comunque ora di cena, anche se non ideale, per questo magnifico pesce.

 

La tensione sale, ci dirigiamo verso lo spot prescelto e testato durante il giorno, per calibrare lanci e direzione degli stessi dato che al buio poi ( non si usano luci se non per slamare, per non rovinare lo spot) non si vede più nulla chiaramente. Lo spot è la confluenza del Sava Bohinjica e del Sava Dolinka, l’inizio della tratta di competenza dell’associazione  di Radovljica, uno degli spot più accessibili e di più facile gestione, ottima scelta per i principianti.

 

Ci appostiamo in due postazioni a distanza di una ventina di metri, la strategia è quella di fare 3 lanci 3-4 minuti di pausa e ripetere il tutto fino a fine, ah dimenticavo, durante tutto il giorno avevamo con noi un osservatore dell’associazione di pesca, per regolamento si pesca sempre con uno di loro  anche i locali hanno questo vincolo per garantire la salvaguardia dei pesci, noi abbiamo avuto l’onore di avere con noi quella sera il presidente himself dell’associazione, un tipo decisamente simpatico e alla mano, che ci avrebbe poi dato il segnale di chiusura della giornata.

 

Iniziamo a lanciare come previsto con Caki che sta dietro di noi a distanza con guadino e macchina fotografica in calce.

La luce cala e noi andiamo macchinosamente avanti a lanciare come previsto, la tensione è ormai alle stelle anche perché diventa sempre più difficile intravedere i movimenti dell’acqua e quindi l’unico feedback che abbiamo sono i vari suoni e le vibrazioni sulla canna (vi ricordo che avevamo un paletto da siluro quindi erano anche ben poche) mancano 10 minuti ecco un urlo, mio fratello urla pesce in canna Caki parte nella sua direzione, io non riesco a trattenermi, poggio la canna e mi dirigo verso di lui Caki mi sente arrivare aveva un debole frontalino acceso giuso per illuminare davanti ai piedi e per slamare con un pochino di luce, senza pero rovinare lo spot, mi vede arrivare e mi manda via dicendo di andare a lanciare che i minuti sono ancora pochi, io un pochino deluso e amareggiato per non aver nemmeno visto il pesce di mio fratello che ancora combatteva torno al mio posto e lancio pensando fra me e me che col trambusto della prima cattura mai e poi mai ci sono in giro ancora pesci in caccia, arrivo col minnow praticamente ai miei piedi sotto riva e sbaaaam colpo in canna inaspettato e impreparato, il cuore impazza a mille ferro con leggero ritardo e lancio un urlo in direzione di Caki, lascio che l pesce si prenda 3-4 metri di filo e poi riprendo con veemenza il combattimento e mi ritrovo ad averlo pronto da guadinare in un baleno, dalla ferrata di mio fratello sono trascorsi appena 1 minuto forse 2 hanno il pesce appena a guadino, slamano velocemente lo rimettono nel guadino e lo tengono in acqua, per la foto di rito ora non c’è tempo, Caki lascia mio fratello e il presidente li dicendo di tenere li il pesce in acqua col guadino fino al suo ritorno.

 

Arriva da me entra in acqua e afferra delicatamente il mio pesce, il guadino è occupato, mi fa poggiare la canna, tremo su tutto il corpo, slamiamo con cura, favoloso un hucho di circa 100 105 cm per una decina di chili, facciamo le foto di rito, prendo il pesce, mi metto in posa e sbam si dimena e mi cade in acqua, Caki come fosse flash poggia la reflex a riva e cerca di riprende il pesce, ho il cuore in gola, penso fra me e me  “primo hucho e niente foto”, invece vedo riemergere le mani di Caki con il mio Hucho, stavolta lo abbraccio quasi per paura di perderlo ( la foto della galleria giacca nero verde) non è bellissima e non rende giustizia alla maestosità del pesce ma almeno la ho… rilasciamo il pesce e ci affrettiamo ad andare da Sebastian, facciamo anche con lui le foto di rito, il suo pesce ormai bello riposato e ripreso è super vispo, anche la sua foto come potete vedere nella galleria è un abbraccio più che una foto di rito ma la paura di restare senza era troppa, rilasciamo il pesce e parte il balletto di gioia dell’allegra combriccola.

 

Il pesce di Sebastian era leggermente inferiore al metro e pesava sugli 8-9 kg o poco più ma non importa missione compiuta i due fratelli hanno allamato 2 hucho nel giro di 2 minuti sembra una barzelletta ma è la verità.

Ci restano altri due giorni, nei quali provare la nostra fortuna ad insidiare altri magnifici hucho… Purtroppo la fortuna non è dalla nostra parte, abbiamo cambiato spot lungo i 20 km del tratto ma nulla a parte delle bellissime e divertentissime trote non siamo più riusciti ad insediare altri hucho.

 

 Ma chi si lamenta, è stato un week end fantastico, il primo era stato preso da entrambi e avevamo pure una bella storia da raccontare, ignari che quel pesce sarebbe diventato la nostra ossessione e che Caki presto sarebbe diventato non solo la nostra guida di fiducia ma un nostro grande amico.

 

 

Il 3 ci siamo salutati ripromettendoci che saremmo presto tornati sulle rive dei Balcani alla ricerca dell’hucho, il pesce dei 10.000 lanci come lo chiamano in  Austria e Germania per la difficolta nell’ allamarne uno.